English Version
In October we had the pleasure to host at our Re-think Circular Economy Forum Oriana Romano, Head of the Water Governance and Circular Economy Unit at OECD. In this occasion, Oriano Romano shared with us the Circular Economy in Cities and Regions Synthesis Report published by the OECD.
This report comes as the result of two years of work, during which the OECD carried out a survey across more than 50 cities and regions, interviewed more than 300 stakeholders, and analyzed 6 case-study from Europe. The report shows the state of the art of circular economy related initiatives in cities and regions, the obstacles that we currently face, and a series of ways forward.
Oriana Romano shared with us the five key messages of the report.
The Circular Economy is about economy. While the narrative that portrays the Circular Economy as an instrument to tackle climate change has been predominant, there is a strong socio-economic argument in favor of moving towards a more circular system. By 2050, the global population will reach 9 billion people, 55% of which will be urban, global material use will double, compared to 2011, with consequences on GHG emissions. The Circular Economy can bring benefits in terms of production savings (estimated at EUR 600 billion in the EU-27 by 2030). There is a possibility of creating job opportunities, as activities like repairing, upgrading, and remanufacturing are more labor intensive than mining and manufacturing. The Circular Economy can also have a positive impact on economic growth and material saving. This is what cities are considering when embarking in this transition.
Secondly, the Circular Economy is not a new concept, but it is incipient for several cities. While the economic literature first developed the concept of Circular Economy in the seventies, its application on the ground is still incipient in many cities and regions. Looking at the results of the survey, more than half of the sample defined itself as “newcomer”, meaning that cities and regions surveyed are just now taking the first steps to develop circular economy initiatives. Where Circular Economy long-term strategies exist, they include policies on waste, food, energy, water, agriculture, buildings and construction, textile, and more.
The third message is to start-up and scale-up. 84% of the surveyed cities and regions are using pilots and experimentation to start Circular Economy initiatives. For example, in Ireland, university campuses are used as a test bed for waste prevention and smart collection, as they represent the size of a small city. The next step is to scale pilots and experimentations up to reach the benefits of the economy of scale, in order to transform them into ordinary business and no exceptions.
The fourth message is that governance is key to overcome the obstacles of the Circular Economy transition. Cities and regions argued that while technical solutions are available, the problem is putting them in place and making sure that the right governance conditions are in place to implement them. Insufficient financial resources only allow for the development of small-scale projects, as it is risky to invest in initiatives bringing benefits in the long term. The regulatory framework is still inadequate in many cases: operators of the construction sector find confusing the definition of waste and reusable products; the eco-design regulation focuses on energy efficiency rather than on material efficiency; clear rules could promote reuse of products and materials. Other obstacles are represented by cultural barriers and lack of awareness: 2/3 of the interviewed cities and stakeholders are confused about the concept of circular economy, the cost and benefits of implementing circular-related processes.
Lastly, the OECD argues that cities have a role as promoters, facilitators and enablers of the Circular Economy. Promoting the Circular Economy means for cities to lead by example, establish long term vision, overcoming policy silos and increase awareness and transparency. Cities can facilitate the dialogue across people, as the circular economy is a shared responsibility, and places, to implement policies at the appropriate scale, urban, municipal but also metropolitan and regional, and in connection with the rural areas. Cities and regions can ensure the enabling environment for the circular economy through appropriate regulation, financing, capacity building programs, data and assessment.
In order to support cities and regions with this endeavor, the OECD Synthesis Report on the Circular Economy in Cities and Regions contains a Checklist for Action and a Scoreboard on the Governance of the Circular Economy for cities and regions to self-assess their level of advancement towards circular economy systems.
You can read more about this topic in our report on Re-think Milan 2020 or you can watch the full video of Oriana Romano’s speech here:
Versione Italiana
L’Economia Circolare nelle città e nelle regioni: una prospettiva OCSE
Nel mese di ottobre abbiamo avuto il piacere di ospitare al nostro Re-think Circular Economy Forum Oriana Romano, responsabile dell’unità Governance dell’Acqua ed Economia Circolare dell’OCSE. In questa occasione, Oriano Romano ha condiviso con noi il documento Circular Economy in Cities and Regions Synthesis Report pubblicato dall’OCSE.
Questo report è il risultato di due anni di lavoro, durante i quali l’OCSE ha condotto un’indagine su più di 50 città e regioni, ha intervistato più di 300 parti interessate e ha analizzato 6 casi di studio in Europa. Il documento illustra lo stato dell’arte delle iniziative legate all’Economia Circolare nelle città e nelle regioni, gli ostacoli che attualmente devono essere affrontati, e una serie di strumenti che possono facilitare lo sviluppo di questi settori.
Oriana Romano ha condiviso con noi i cinque messaggi chiave del rapporto.
L’Economia Circolare riguarda l’economia. Mentre la narrazione che ritrae l’Economia Circolare come uno strumento per affrontare il cambiamento climatico è stata predominante, ci sono una serie di importanti argomentazioni socio-economiche a favore del passaggio a un sistema più circolare. Entro il 2050, la popolazione globale raggiungerà i 9 miliardi di persone, il 55% delle quali vivranno nelle città. Inoltre, l’uso globale dei materiali raddoppierà rispetto al 2011, con conseguenze sulle emissioni di gas serra. L’Economia Circolare può portare molti benefici in termini di risparmio nei costi di produzione (si stima un risparmio di 600 miliardi di euro nell’UE-27 entro il 2030). Questo nuovo modello economico genera anche la possibilità di creare opportunità di lavoro, dato che attività come la riparazione, l’aggiornamento e la ri-fabbricazione sono a più alta intensità di lavoro rispetto all’estrazione di materie prime e alla produzione di nuovi prodotti. L’Economia Circolare può quindi avere un impatto positivo sulla crescita economica e sul risparmio di materiali. Questo è ciò che le città devono valutare nel compiere questa transizione.
In secondo luogo, l’Economia Circolare non è un concetto nuovo, ma è ancora incipiente per diverse città. Mentre la letteratura economica ha sviluppato per la prima volta il concetto negli anni Settanta, la sua applicazione reale è ancora nelle fasi iniziali in molte città e regioni. Guardando i risultati dell’indagine, più della metà del campione si è definito come “nuovo arrivato” nel settore, il che significa che le città e le regioni intervistate stanno solo ora facendo i primi passi per sviluppare iniziative di Economia Circolare. Dove esistono strategie di economia circolare a lungo termine, esse includono politiche sui rifiuti, il cibo, l’energia, l’acqua, l’agricoltura, gli edifici e le costruzioni, il tessile, e altro ancora.
Il terzo messaggio riguarda l’importanza dell’economia di scala. L’84% delle città e delle regioni intervistate stanno implementando progetti piloti e sperimentazioni per avviare iniziative di economia circolare. Per esempio, in Irlanda, i campus universitari sono usati come banco di prova per la prevenzione dei rifiuti e la loro raccolta intelligente, poiché tali campus hanno la stessa dimensione di una piccola città. Il passo successivo è quello di scalare i progetti pilota e le sperimentazioni fino a raggiungere i benefici dell’economia di scala.
Il quarto messaggio è che la governance è la chiave per superare gli ostacoli della transizione dell’Economia Circolare. Le città e le regioni hanno sostenuto che mentre le soluzioni tecniche sono disponibili, il problema è metterle in atto e assicurarsi che ci siano le giuste condizioni di governance per implementarle. Le risorse finanziarie insufficienti permettono solo lo sviluppo di progetti su piccola scala, poiché è rischioso investire in iniziative che portano benefici a lungo termine. Il quadro normativo è ancora inadeguato in molti casi: gli operatori del settore delle costruzioni, per esempio, trovano confusa la definizione di rifiuti e prodotti riutilizzabili; il regolamento sull’eco-design si concentra sull’efficienza energetica piuttosto che su quella dei materiali. Nuove regole più chiare potrebbero promuovere il riutilizzo di prodotti e materiali. Altri ostacoli sono rappresentati dalle barriere culturali e dalla mancanza di consapevolezza: 2/3 delle città e degli stakeholder intervistati sono confusi sul concetto di Economia Circolare e sui costi e sui benefici dell’implementazione dei processi legati alla circolazione.
Infine, l’OCSE sostiene che le città abbiano un importante ruolo come promotori, facilitatori e abilitatori dell’Economia Circolare. Promuovere questo modello significa per le città dare l’esempio, stabilire una visione a lungo termine, superare i limiti politici e aumentare la trasparenza dei processi decisionali. Le città possono facilitare il dialogo tra le persone, un utilizzo cosciente dei luoghi, attuare politiche di una scala appropriata, urbana, comunale, ma anche metropolitana e regionale, e in connessione con le aree rurali. Le città e le regioni possono garantire l’ambiente favorevole all’Economia Circolare attraverso una regolamentazione appropriata, finanziamenti, programmi di sviluppo delle capacità, dati e valutazioni facili da comprendere.
Al fine di sostenere le città e le regioni in questo sforzo, il report dell’OCSE sull’Economia Circolare nelle città e nelle regioni contiene una lista di strumenti che possono essere utilizzati per misurare le azioni implementate e un quadro di valutazione sulla governance dell’Economia Circolare con cui le città e le regioni possono autovalutare il loro livello di avanzamento verso sistemi sostenibili.
Per saperne di più consulta il nostro report su Re-think Milano 2020 o guarda il video integrale dell’intervento di Oriana Romeo qui: