Inclusion is sustainable!

By Giovanna Matrone, Tondo associates

Over the last years, Circular Economy has placed itself at the center of the international debate as a real transformative solution to overcome the prevailing linear model, with a potential boost in solving both economic, environmental and social challenges. However, issues related to social sustainability, well-being and equity, almost always remain peripheral in the contemporary debate, questioning the ability of the Circular Economy – as understood by many of the involved actors – to undertake a path towards progress that is truly sustainable.  

There are many reasons why this happens. On the one hand, the consumption patterns we are used to put only the economic aspects at the center of well-being, forgetting the resulting inequalities; on the other hand, the social dimension is particularly complex to implement and make operational; finally, there are practical aspects that are not easy to solve, first of all the issue of impact measurement. In fact, it is much easier to agree on easily measurable environmental and economic metrics, such as reducing emissions or increasing turnover, instead of developing complex methodologies for social impact assessment. 

However, we cannot and must not forget that a truly sustainable future implies a significant participation of all the members of a community with the aim of enhancing its diversity and offering well-being and equity to individuals and the community. This idea of conceiving the involvement of a growing plurality of people can be realized through inclusion, that is the ability to build an environment where – in the multiplicity of points of view, experiences, beliefs – everyone is and feels welcome, respected, supported in his/her uniqueness as well as empowered for full participation in common activities. Inclusion is the mean through which diversity expresses all its best potential. 

This tool, whose practical declination takes on various nuances, is very powerful for sustainability: it is in fact an element capable of offering important contributions to social aspects, while presenting significant impacts both from an environmental and economic perspective. 

Let’s start with the social aspect, where the connection can be more immediate. Through an inclusive culture, welcoming and listening strategies are implemented; policies based on equity so that everyone has access to the same opportunities according to their needs; policies that see people at the center of the decision-making phases so that they are more effective. This puts people in a position to act according to their potential: access to education, work and dignified living conditions are fundamental, which make it possible to affect social differences. In addition, the resulting well-being allows the people involved to be more positive, more willing to collaborate, to share, to invest in others. A virtuous system is set in motion that brings value to the society in which we operate. It applies to a social context, as it applies to the employees of a company. 

Inclusion can affect the environment. Through the involvement of people, it is possible to understand how to set better sustainable strategies, because this allows us to well understand the environmental impact of certain choices, certain policies, on the different communities or places on which they fall. And again: the involvement of different people allows us to be more innovative and better prepared to take courageous actions: environmental efforts often require bold actions such as rethinking the status quo towards more sustainable choices. 

Finally, inclusion is also a powerful way to positively affect the economy. This is because the comparison that arises from an inclusive environment, capable of involving a heterogeneous pool in the decision-making phases, allows to grasp multiple needs, and this is reflected in an appreciated and effective strategy. At the same time, those same choices will be communicated effectively through the language of those involved: the ability to transparently transfer the motivations that have led certain choices, also allows you to better accept and share them.  

These considerations highlight a fundamental thing: the importance of making social impact a driving force of sustainability rather than a – possible – consequence. 

We must learn to be (more) inclusive if we want to be sustainable, if we really want to be able – at all levels – to implement circular strategies. Active participation and openness are needed. This applies to everyone, to governments, to companies but also to each of us: we must develop that very delicate art of bringing together empathy, openness, respect, understanding, and sincere interest in others. 

Italiano

L’inclusione è sostenibile!

L’Economia Circolare negli ultimi anni si è posta al centro del dibattito internazionale come reale soluzione trasformativa di superamento del modello lineare prevalente, con una potenziale spinta nella risoluzione sia di sfide economiche, che ambientali e sociali. Tuttavia questioni relative alla sostenibilità sociale, al benessere e all’equità, rimangono quasi sempre periferiche nel dibattito contemporaneo, mettendo in discussione la capacità dell’Economia Circolare – così come intesa da tanta parte degli attori coinvolti – di intraprendere un percorso verso il progresso che sia realmente sostenibile.  

I motivi per cui ciò avviene possono essere molteplici. Da un lato i modelli di consumo cui siamo abituati mettono al centro del benessere i soli aspetti economici dimenticando le disuguaglianze che ne derivano; dall’altro la dimensione sociale risulta particolarmente complessa da realizzare e rendere operativa; infine vi sono aspetti pratici non semplici da risolvere, primo tra tutti il tema della misura dell’impatto. Infatti è molto più semplice concertarsi su metriche ambientali ed economiche facilmente misurabili, come riduzione delle emissioni o incremento del fatturato, invece di sviluppare metodologie complesse per la valutazione dell’impatto sociale. 

Tuttavia non si può e non si deve dimenticare che un futuro veramente sostenibile implica una partecipazione significativa di tutti i membri di una comunità con l’obiettivo di valorizzarne le diversità ed offrire benessere ed equità ai singoli e alla collettività. Quest’idea di concepire il coinvolgimento di una pluralità crescente di persone può essere realizzata attraverso l’inclusione, ossia la capacità di costruire un ambiente dove – nella molteplicità di punti di vista, esperienze, credo – ognuno sia e si senta benvenuto, rispettato, supportato nella sua unicità nonché responsabilizzato per la piena partecipazione alle attività comuni. L’inclusione è lo strumento attraverso cui la diversità esprime tutte le sue migliori potenzialità. 

Questo strumento, la cui declinazione pratica assume diverse sfumature, risulta molto potente per la sostenibilità: si tratta infatti di un elemento capace di offrire importanti contributi agli aspetti sociali, presentando al tempo stesso ricadute significative sia da una prospettiva ambientale che economica. 

Iniziamo dall’aspetto sociale, dove il collegamento può risultare più immediato. Attraverso una cultura inclusiva si mettono in atto strategie di accoglienza e di ascolto; politiche basate sull’equità affinché tutti abbiano accesso alle stesse opportunità a seconda dei loro bisogni; politiche che vedono le persone al centro delle fasi decisionali affinché esse siano più efficaci. Questo mette le persone nelle condizioni di agire secondo le loro potenzialità: fondamentali sono l’accesso all’istruzione, al lavoro, a condizioni di vita dignitose, che permettono di incidere sulle differenze sociali. Inoltre il benessere che ne deriva permette alle persone coinvolte di essere più positive, più disposte a collaborare, a condividere, ad investire sugli altri. Si mette in moto una macchina virtuosa che porta valore nella società in cui si opera. Vale per un contesto sociale, come vale per i dipendenti di un’azienda. 

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L’Inclusione può incidere sull’ambiente. Attraverso il coinvolgimento delle persone è possibile capire come costruire migliori strategie sostenibili, perché questo permette di comprendere meglio l’impatto ambientale di certe scelte, di certe politiche, sulle diverse comunità o luoghi su cui esse ricadono. E ancora: il coinvolgimento di persone diverse tra loro permette di essere più innovativi e meglio preparati a intraprendere azioni coraggiose: gli sforzi ambientali spesso richiedono azioni audaci come ripensare lo status quo verso scelte più sostenibili. 

Infine l’Inclusione è anche un potente mezzo per incidere positivamente sull’economia. Questo perché il confronto che nasce da un ambiente inclusivo, capace di coinvolgere un pool eterogeneo nelle fasi decisionali, permette di cogliere molteplici esigenze, e questo si riflette in una strategia apprezzata ed efficace. Al tempo stesso quelle stesse scelte saranno comunicate in maniera efficace proprio attraverso il linguaggio di chi è stato coinvolto: la capacità di trasferire in maniera trasparente le motivazioni che hanno mosso certe scelte, permette anche di accettarle meglio e di condividerle.  

Queste considerazioni mettono in luce una cosa fondamentale: ossia l’importanza di fare dell’impatto sociale una forza trainante della sostenibilità piuttosto che una – eventuale – conseguenza.  

Dobbiamo imparare ad essere (più) inclusivi se vogliamo essere sostenibili, se vogliamo davvero essere capaci – a tutti i livelli – di attuare strategie circolari. Serve partecipazione attiva ed apertura. Questo vale per tutti, per i governi, per le aziende ma anche per ognuno di noi: dobbiamo sviluppare quella delicatissima arte di mettere insieme empatia, apertura, rispetto, capacità di comprensione, e sincero interesse per il prossimo. 

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