During the Re-think Circular Economy Forum event held last year in Taranto among the guests who spoke was Maurizio Cianci the CEO of ASECO S.p.A – Acquedotto Pugliese began his speech by sublining that not only did he want to recount the results achieved so far by Acquedotto Pugliese (AQP) and Aseco in the field of sewage sludge treatment and the organic fraction of Municipal solid waste, but also to bring to the general attention to what can still be done and the projects in the pipeline. Acquedotto Pugliese is the manager of the integrated water service in Puglia and in addition to providing excellent drinking water to its more than 4 million inhabitants, it tasks also includes the removal and treatment of sewage. It can be said that sewage sludge constitutes the most significant processing waste in AQP’s industrial process.
Taking an overview of the amount of sewage sludge produced by AQP, it emerged that in 2009, the 183 managed sewage plants produced about 160 thousand tons per year and this amount has gradually increased to reach 250 thousand tons in 2016. This was a very significant growth trend which in 2017, led to an estimate in the absence of significant interventions in 2021, an amount of sewage sludge in the range of about 380 thousand tons would be produced.
Interventions to contain and reverse this trend were necessary and, therefore, additional treatment sections were introduced downstream of the purification process, such as, to mention the most significant; high efficiency dewatering, natural greenhouse sludge drying, anaerobic digestion and cellular hydrolysis. Thanks to these interventions, Acquedotto Pugliese has been able to counteract the expected increase in the production of sewage sludge, even in the face of the strong efficiencies of the managed plants and the consequent strong increase in their overall treatment capacity. The action taken so far has yielded undeniable positive results which therefore attests to the fact that by comparing the 250,000 tons recorded in 2016 and the 380,000 tons projected for the current year in a 2017 study, the sludge production expected in 2021 is in the range of 200,000 tons.
Acquedotto Pugliese proudly continues its commitment to research, experimentation and implementation of ulter technologies aimed at reducing the quantities and volumes of sludge produced. Thanks to this commitment, to the efficiency conseguated by the purification plants and to the results just illustrated, Puglia can now boast of being one of the cleanest and most award-winning seas in Italy! however, AQP and Aseco have raised the bar of expectations even higher and are also devoting great effort to researching and implementing new technological solutions for the treatment and recovery of sludge and organic waste in general that will enable their use in the industrial as well as agricultural sectors. The impetus for such a further step comes from the observation that in 2009, sludge was mainly impiedered directly in agriculture regionally and only a part, was sent to composition (for later use in agriculture). A very small amount was disposed of in landfills. Since 2013, there has been a trend of constant growth in out-of-region recovery at the discussion of direct use in agriculture and recovery within the region. This trend culminated in 2019 with zero use and recovery within the region is in favor of out-of-region recovery and, thankfully to a small extent, landfilling.
The speaker concluded his speech mentioning that in the region of Puglia, the sludge is destined for the few treatment plants still available to take back this matrix throughout Italy. Obviously, this issue with regard to the sludge produced by Acquedotto Pugliese, albeit with the natural differences of geographic and dimensional character, unites somewhat all Integrated Water Service Managers. He explained that this is a rather complex environmental issue, which requires a new approach, made up of moments of stable, permanent confrontation between research subjects, plant managers, competent and control authorities, and production companies, so that the best technologies and the most appropriate conditions could allow the complete recovery of sewage sludge and its reuse in the most diverse sectors. but also in a way that is absolutely respectful of the environment.
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Il Recupero dei Rifiuti Organici
Durante l’evento Re-think Circular Economy Forum che si è tenuto lo scorso anno a Taranto tra gli ospiti che sono intervenuti c’è stato anche Maurizio Cianci CEO ASECO S.p.A – Acquedotto Pugliese. Ha iniziato il suo discorso sotto- lineando di non voler solo raccontare i risultati sin qui conseguiti dall’Acquedotto Pugliese (AQP) e dall’Aseco in materia di trattamento dei fanghi di depurazione e della Frazione organica dei rifiuti solidi urbani, ma di voler porre all’attenzione generale anche quanto si può ancora fare ed i progetti in cantiere. L’Acquedotto Pugliese è il gestore del servizio idrico integrato in Puglia e, tra i suoi compiti, oltre a quello di fornire un’ottima acqua potabile ai suoi oltre 4 milioni di abitanti, vi è anche quello dell’allontanamento e del trattamento dei reflui; si può dunque dire che i fanghi di depurazione costituiscono lo scarto di lavorazione più significativo del processo industriale di AQP.
Facendo una panoramica sui quantitativi di fanghi di depurazione prodotti da AQP, emerge che nel 2009 i 183 impianti di depurazione gestiti producevano circa 160 mila tonnellate all’anno e che tale quantitativo è via incrementato fino a raggiungere, nel 2016, le 250 mila tonnellate. Si è trattato di un trend di crescita molto significativa che, nel 2017, condusse a stimare che in assenza di significativi interventi nel 2021 sarebbe stata prodotta una quantità di fango da depurazione nell’ordine delle 380 mila tonnellate circa.
Si rendevano, dunque necessari interventi di contenimento e di inversione di questo trend e, per tanto, a valle del processo depurativo sono state introdotte ulteriori sezioni di trattamento quali per citare le più significative; quelle di disidratazione ad alta efficienza, di essiccamento naturale dei fanghi in serra, di digestione anaerobica e di idrolisi cellulare. Grazie a tali interventi, Acquedotto Pugliese è riuscita a contrastare l’atteso incremento nella produzione dei fanghi di depurazione, pur a fronte dei forti interventi di efficientamento degli impianti gestiti e del conseguente forte incremento della capacità complessiva di trattamento degli stessi. E che l’azione sin qui svolta abbia sortito innegabili risultati positivi è attestato dalla considerazione che a fronte, come detto, delle 250 mila tonnellate registrate nel 2016 e delle 380 mila tonnellate previste per l’anno in corso in uno studio del 2017, la produzione di fanghi attesa nel 2021 si va, in realtà, attestando nell’ordine delle 200 mila tonnellate.
Acquedotto Pugliese continua orgogliosamente a profondere il proprio impegno nella ricerca, nella sperimentazione e nell’implementazione di ulteriori tecnologie finalizzate alla riduzione delle quantità e dei volumi dei fanghi prodotti. Ed è anche grazie a questo impegno, all’efficienza conse- guita dagli impianti di depurazione ed ai risultati appena illustrati se, ormai da tempo, la Puglia può vantare uno dei mari più puliti e premiati d’Italia! Adesso, però, AQP ed Aseco hanno alzato anco- ra l’asticella delle aspettative e stanno dedicando grande impegno anche alla ricerca ed alla imple- mentazione di nuove soluzioni tecnologiche di trattamento e recupero dei fanghi e dei rifiuti organici in genere che ne permettano l’impiego nel comparto industriale oltre che agricolo. La spinta a tale ulteriore passo viene dalla osservazione che nel 2009 i fanghi venivano principalmente impiegati direttamente in agricoltura in ambito regionale e, soltanto in parte, venivano avviati a compostaggio (per il successivo impiego in agricoltura). Una minima quantità veniva smaltita in discarica. Dal 2013 si registra la nascita di un trend di costante crescita del recupero fuori regione a discapito dell’uso diretto in agricoltura e del recupero in ambito regionale. Trend che culmina nel 2019 con l’azzeramento dell’impiego e del recupero in ambito regionale a favore del recupero fuori re- gione e, per fortuna in minima parte, dello smalti- mento in discarica.
L’oratore ha concluso il suo intervento ricordando che nella regione Puglia, i fanghi sono destinati ai pochi impianti di trattamento ancora disponibili a ritirare tale matrice in tutta l’Italia. Ovviamente, questa problematica appena illustrata con riguardo ai fanghi prodotti dall’Acquedotto Pugliese, pur con le naturali differenze di carattere geografico e dimensionale, accomuna un po’ tutti i Gestori del Servizio Idrico Integrato. Ha spiegato che si tratta di una tematica ambientale piuttosto complessa, che impone un approccio nuovo, fatto di momenti di confronto stabile, permanente tra soggetti di ricerca, gestori di impianti, Autorità competenti e di controllo, aziende produttrici, perché si studino insieme le migliori tecnologie e le più opportune condizioni che permettano il completo recupero dei fanghi di depurazione ed il loro reimpiego nei più diversi comparti ma sempre con modalità assolutamente rispettose dell’ambiente.
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