Circular Design strategy

Pervasività delle strategie per un’economia circolare nel design: il caso italiano

Dalla fine del 2019 sono stati pubblicati in Europa una serie di documenti, atti, strumenti e normative relativi alle strategie per la realizzazione di un’economia di tipo circolare, frutto di un pluriennale percorso di confronto critico e dibattito ancora in corso. Questi documenti – e la transizione alla quale si riferiscono – affidano al design un ruolo centrale. I designer come stanno affrontando questa sfida? L’articolo “Circular Design Strategy. Pervasività delle strategie per un’economia circolare nel design: il caso italiano”, scritto da Laura Badalucco e da Paola Fortuna, indaga proprio quanto i temi dell’economia circolare siano presenti, in questi anni, nelle riflessioni e progetti dei designer italiani e quali possano essere le eventuali criticità a una maggiore diffusione del circular design.


L’Italia ha mostrato di costituire un’eccellenza a livello internazionale per quanto riguarda le prassi di riciclo dei materiali. Ciò ha portato alla riconoscibilità di un modello di eccellenza e molti vantaggi, ma è necessario agire anche sulle altre strategie più connesse al modello dell’economia circolare, dalla manutenibilità alla rimanifatturazione, dalla simbiosi industriale al passaggio da prodotti a servizi, ecc.


Circular Design Strategy: gli obiettivi

In questo scenario, il contributo che il design potrà offrire in futuro sarà indirizzare i comportamenti verso scelte differenti. Questo può succedere attraverso invenzioni e innovazioni che promuovano valori diversi dagli attuali, anziché verso la riduzione del consumo.


I designer stanno già agendo in questo modo? Sono preparati a questo cambio di rotta verso processi circolari e rigenerativi? Quanto è profonda la loro comprensione delle diverse strategie relative a questa trasformazione?


La letteratura sul tema si è concentrata, perlomeno a livello nazionale, sulla mappatura delle filiere del riciclo e dell’uso di materia prima-seconda. Si sono affrontate anche best practice aziendali, mentre mancava un censimento sulla reale pervasività dell’applicazione delle strategie tra i progettisti di prodotti e servizi. Per colmare questa carenza, è stata svolta la ricerca Circular Design Maps presso l’Università Iuav di Venezia. Si tratta di un censimento dei designer che si occupano esplicitamente di sostenibilità e di economia circolare in Italia, con un’indagine su quali siano le strategie progettuali più utilizzate e quali siano quelle con potenziali ancora inespressi.


La ricerca offre un contributo alla comprensione degli elementi sia di tecnicità sia di riflessione critica sui processi circolari e rigenerativi che i designer, nello specifico quelli particolarmente attenti alle questioni ambientali, stanno utilizzando nella loro professione.


A questo tema si è affiancato, proprio durante la ricerca, quello dell’efficacia della comunicazione ambientale e dell’approfondimento culturale sul progetto visivo. A tale riguardo, le attuali strategie di comunicazione sulle questioni ambientali ci mettono di fronte al paradosso di due effetti contrastanti. L’accrescimento dell’indifferenza da un lato e l’eco-ansia dall’altro.



Circular Design Strategy: Approccio e metodi

La ricerca è partita l’individuazione e l’analisi critica della letteratura disponibile sull’argomento. Da qui si è sviluppata la definizione del quadro concettuale e della matrice di criteri per l’individuazione e l’analisi delle attività di circular design.


Per la raccolta dei dati, è stata effettuata una ricerca on desk attraverso l’uso di parole chiave, portali e siti web di enti dedicati all’economia circolare, pubblicazioni, cataloghi di mostre, riviste di settore…


L’indagine ha permesso di individuare un campione di un centinaio di designer, tra i quali 78 product designer la cui attività risulta di particolare interesse per la ricerca. Per l’analisi della loro attività è stata creata una matrice basata su 32 strategie progettuali. Dopo una valutazione della loro distribuzione geografica è stata realizzata anche una mappatura con specifiche infografiche. La mappatura ha confermato una delle ipotesi della ricerca, ovvero la prevalente collocazione geografica di tali designer nel Nord Italia. Si è vista una netta prevalenza della città di Milano, che risulta essere tuttora catalizzatrice delle energie connesse alla progettazione dei prodotti, anche in ottica di circolarità.


Tra i 78 casi individuati, che costituiscono il quadro di riferimento generale, ne sono stati selezionati 10. Questi sono particolarmente significativi per la qualità e profondità dell’approccio ai temi della circolarità, distribuzione sul territorio italiano, varietà dei settori in cui operano, originalità e quantità di strategie adottate. I dieci studi di design o designer sono stati intervistati in audio-video e in forma semi-strutturata (durata media delle interviste superiore a un’ora).


Le interviste hanno raccolto le azioni più frequenti e consolidate nel pensiero sul progetto dei prodotti. Tra queste si ricordano modularità, durabilità, minimizzazione della diversità dei materiali, design for disassembling, facilitazione delle operazioni di riciclo, monomaterialità e processi di progettazione di sistema che valorizzano il coinvolgimento di diversi partner.


Risultati

La ricerca ha generato una prima mappatura dei product designer che in Italia si occupano di pratiche progettuali connesse alle strategie dell’economia circolare. L’indagine ha permesso di far emergere un panorama molto vario sia dal punto di vista delle pratiche sia da quello delle poetiche. Ha quindi offerto spunti di sperimentazione e soluzioni utili alla pervasività dell’economia circolare all’interno del tessuto economico-produttivo nazionale.


In generale, nel panorama italiano, esclusi i casi di eccellenza analizzati, tra le criticità emerse si rileva:


– una certa frammentazione del panorama degli studi di design e dei designer liberi professionisti e una carenza di comunicazione da parte dei designer stessi;


– la quasi totale assenza dell’uso di indicatori chiave di prestazione (KPI), di sistemi di misurazione dei risultati e dei vantaggi conseguiti. A parte pochi casi, tra i designer è frequente l’utilizzo della “metrica del buon-senso” al posto di modalità di misurazione più squisitamente scientifiche. Ferma restando la necessità di una valutazione sistemica dei risultati ottenuti, l’assenza di sistemi di misurazione o di applicazione di regole e tool già presenti e consolidati, rappresenta una caratteristi-ca specifica del contesto italiano;

 
– la mancanza di una comunicazione chiara su che cos’ è l’economia circolare. Questo non riguarda solo la collettività, i fruitori, gli utenti, ma anche gli stessi designer;


– anche in conseguenza del punto precedente, sussiste tuttora una certa confusione tra elementi del progetto che riguardano la sostenibilità ambientale e quelli specifici della circolarità.


Discussione

Proprio in connessione con questo aspetto, la ricerca ha, inoltre, confermato che le strategie utilizzate più di frequente sono quelle collegate al riciclo e l’uso della materia prima seconda. Mentre in realtà ci sono altre strategie possibili, in particolare quelle connesse all’economia della performance e al cambiamento dei modelli di business, che non sono ancora pienamente comprese e messe in pratica. Ad esempio, è il caso di aggiornabilità, rimanifatturazione, sharing e passaggio da prodotto a servizio. Questi ultimi si rilevano aspetti sui quali porre attenzione e per i quali saranno necessarie in futuro azioni di upskilling nelle aziende e di formazione specifica per i futuri designer.


Ulteriore particolare riflessione andrebbe dedicata alla comunicazione. Dall’analisi emerge che solo una piccola parte dei progettisti basa la propria comunicazione sull’approccio circolare. La maggior parte, pur avendo contenuti adatti e condivisibili, si trova in una di queste tre condizioni: non comunica i propri progetti in generale; li comunica ma non specifica l’approccio circolare; li comunica dando solo una generica indicazione della sostenibilità ambientale, senza citare l’approccio circolare.



Conclusioni

La ricerca ha rilevato alcune questioni sostanziali e alcuni pericoli da non sottovalutare in riferimento alla tecnicità della progettazione e alla sua influenza nel successo dei processi d’innovazione dell’economia circolare. Tra le questioni, alcune confermano quanto emerso anche nel caso delle aziende. La prima di queste riguarda alcune eccessive semplificazioni: la sovrapposizione tra sostenibilità ambientale e circolarità e tra circolarità e riciclo/upcycling.


Connesso a questo, vi è un ulteriore punto di attenzione: l’approfondimento culturale del progetto di comunicazione visiva riferito a questi temi, in contrasto con le dinamiche sia del greenwashing involontario (per contrastare quello voluto saranno altri gli strumenti), sia del greenhushing, l’assenza di comunicazione di quanto si stia realmente facendo, molto più frequente di quanto si pensi.


Inoltre, seppure vi sia una generale rinnovata sensibilità dei designer, non emerge, a parte sporadici casi, la conoscenza e l’applicazione abituale delle strategie più centrali per i processi rigenerativi e dei processi di valutazione dell’efficacia dell’azione progettuale. Ma per essere efficace, questa transizione ha bisogno che i suoi strumenti siano maggiormente diffusi e profondamente compresi nella loro forza rivoluzionaria.


Questo testo è un estratto di un articolo pubblicato con il seguente riferimento: “Badalucco, L. e Fortuna, P. (2022). Circular Design Strategies, Pervasività delle strategie per un’economia circolare nel design: il caso italiano”.


Il testo può essere letto integralmente a questo link. Volete saperne di più sull’economia circolare e sui suoi temi? Visitate il blog di Tondo

Laura Badalucco

Laura Badalucco è professore ordinario in Design dell’Università Iuav di Venezia, coordinatrice del corso di laurea in Design nella sede di Vicenza e responsabile dei corsi post-laurea in Circular Design e Packaging Design. Ha iniziato la sua carriera presso il Politecnico di Milano e ha insegnato in diversi atenei in Italia e all’estero per poi trasferirsi all’Università Iuav di Venez... Continua a leggere

Laura Badalucco è professore ordinario in Design dell’Università Iuav di Venezia, coordinatrice del corso di laurea in Design nella sede di Vicenza e responsabile dei corsi post-laurea in Circular Design e Packaging Design. Ha iniziato la sua carriera presso il Politecnico di Milano e ha insegnato in diversi atenei in Italia e all’estero per poi trasferirsi all’Università Iuav di Venezia. È titolare di New Design Vision, spin off dell’ateneo, nel quale si occupa espressamente di supportare le imprese nella transizione ecologica attraverso il design per l’economia circolare.

Laura Badalucco ha collaborato a diverse ricerche riguardanti, in particolare, la qualità ambientale dei prodotti, gli acquisti verdi, l’Universal Design, il Packaging Design e la formazione di base nel campo della progettazione dei prodotti. È autrice di diversi testi e articoli sul packaging e sul design e il suo libro più recente è “Futuro Continuo. Esperienze di design per la transizione ecologica e digitale”, pubblicato nel 2022.