Il livello di maturità del settore agroalimentare nell’economia circolare

Negli ultimi decenni, l’aumento della domanda di cibo ha portato il settore agroalimentare a modificare il proprio modello produttivo a favore della produttività. Purtroppo, questo ha generato notevoli problemi ambientali, sociali ed economici. Oggi il settore è uno dei principali responsabili delle emissioni di gas serra e della perdita di biodiversità. È quindi necessario un cambiamento verso un percorso sostenibile, e il modello dell’economia circolare può essere un valido alleato. L’economia circolare è un concetto relativamente nuovo, ma i suoi principi fanno già parte del settore agroalimentare. Questo porta a riflettere sulla maturità del settore in termini di circolarità. Su questo tema, Federica Scandurra, Roberta Salomone, Sandra Caeiro e Teresa Maria Gulotta, hanno condotto uno studio che mira a valutare il livello di innovatività delle pratiche circolari nel settore agroalimentare nella letteratura più recente.


Sebbene siano presenti alcune limitazioni dovute ai criteri di ricerca, lo studio consente di approfondire le caratteristiche della circolarità nel settore. Contribuisce inoltre alla definizione di un database di best practice circolari in grado di guidare gli operatori verso la sua applicazione e di cogliere le sfide e le potenziali modalità di miglioramento.


Introduzione

Al giorno d’oggi, la produzione alimentare mondiale è guidata dal paradigma “take-make-use-waste”. Questo ha permesso al settore agroalimentare di essere più intensivo dal punto di vista delle risorse ma meno sostenibile. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), il settore agroalimentare è un sistema che “copre il percorso degli alimenti dalla fattoria alla tavola, compresi i momenti in cui vengono coltivati, raccolti, trasformati, confezionati, trasportati, distribuiti, commercializzati, acquistati, preparati, mangiati e smaltiti. Comprende anche i prodotti non alimentari che costituiscono i mezzi di sussistenza e tutte le persone, nonché le attività, gli investimenti e le scelte che contribuiscono a farci ottenere questi prodotti alimentari e agricoli“.


In un contesto di crescente spreco alimentare e di crescita demografica, l’economia circolare può essere una possibile soluzione per preservare le risorse e ridurre le esternalità negative causate dai sistemi di produzione, compreso il settore agroalimentare. I principi dell’economia circolare non sono nuovi al sistema agroalimentare. Un chiaro esempio è il “bricolage agricolo” nella società contadina, dove tutti i residui commestibili vengono reinventati nel pasto successivo per eliminare gli sprechi.


La presente ricerca propone una revisione sistematica della letteratura incentrata sul livello meso e micro delle pratiche di circolarità. Questo sempre considerando il loro precedente contesto, nel sistema agroalimentare, affrontando la domanda di ricerca: Cosa possiamo imparare dalle pratiche e dalle esperienze inter- e intra-organizzative di economia circolare nel settore agroalimentare per valutare la maturità circolare del settore? In particolare, la ricerca esamina le caratteristiche delle pratiche, analizzandone gli obiettivi e la natura innovativa o tradizionale.


Metodo

Per capire come i principi della circolarità sono incorporati nel settore, sono stati raccolti e analizzati casi studio dalla letteratura scientifica che riportano esempi di circolarità a livello inter e intra-organizzativo. Per esplorare lo stato dell’arte, sono state analizzate pratiche in base ai processi e agli obiettivi sottostanti. Inoltre, per definire la maturità di tali pratiche, una valutazione del loro grado di innovatività ha permesso di riflettere sull’effettiva maturità del settore nel contesto della circolarità, completata dalla valutazione del livello o della circolarità delle pratiche per confrontare le varie opzioni di valorizzazione degli alimenti.


Per quanto riguarda il livello di innovatività, le pratiche sono state classificate come i) convenzionali, incrementalmente innovative e iv) radicalmente innovative. Le prime descrivono pratiche o processi già ampiamente descritti in letteratura, come ad esempio il compost o la rotazione delle colture. Le seconde sono pratiche basate sulle conoscenze esistenti e incentrate su un uso efficiente delle risorse. Infine, le terze sono pratiche basate su nuove conoscenze e mirano a ridisegnare il sistema alimentare. Le pratiche innovative sono inoltre classificate come innovazione tecnologica o socio-organizzativa, mentre la seconda mira a modificare comportamenti e norme.


Il livello di circolarità è stato esplorato attraverso una combinazione della gerarchia dei rifiuti alimentari e del Modello delle R. Il primo introduce uno schema a piramide per identificare le opzioni preferibili in termini di conservazione dei materiali; il secondo collega i principi della circolarità a un insieme di strategie che iniziano tutte con la lettera R, in questo caso le 4 R (ridurre, riutilizzare, riciclare e recuperare).


Risultati

L’analisi ha raccolto 43 articoli sul tema, mostrando una crescente attenzione da parte della comunità scientifica. Tale aumento è legato alle numerose misure internazionali attuate per favorire la circolarità, come il Green Deal europeo. È interessante notare che l’economia circolare nel settore agroalimentare ha guadagnato l’attenzione di riviste con ampie aree di interesse di ricerca, indicando la progressiva natura multidisciplinare dell’economia circolare.


Inoltre, l’interesse per l’argomento si è diffuso a livello geografico. Il ruolo guida dell’Europa conferma la rilevanza del Piano d’azione europeo nell’accrescere l’attenzione su questo tema, ma anche i Paesi asiatici e sudamericani stanno esplorando l’argomento.


Lo studio ha identificato 162 pratiche circolari, di cui più della metà di natura convenzionale. Esse sono principalmente rivolte al recupero dei rifiuti alimentari o all’ottimizzazione dell’uso delle risorse. Tuttavia, queste pratiche sono legate a livelli inferiori di circolarità, in quanto associate a opzioni di recupero (R 4), ad esempio il recupero di energia, in cui non vi è alcun valore residuo reinserito nella catena di approvvigionamento. Tuttavia, nel campione sono presenti strategie di riduzione, ad esempio sotto forma di donazioni di cibo.


Anche le pratiche innovative incrementali hanno un ruolo rilevante nell’analisi del contesto. Esse sono ancora in gran parte incentrate sulle strategie di recupero, ma descrivono più opzioni di riduzione e riciclo, caratterizzate da un maggiore livello di circolarità. Esempi interessanti sono le pratiche di condivisione, intesa come condivisione di risorse e strumenti ma anche di rischi e risorse finanziarie di una determinata iniziativa. Infine, solo una frazione limitata è legata a pratiche radicalmente innovative, in linea con la letteratura, dato che la circolarità è solitamente basata su conoscenze e processi esistenti. Nel campione, l’innovazione tecnologica è la più comune, mentre quella socio-organizzativa è limitata.


In conclusione, l’elevato numero di pratiche convenzionali sembra legato alla maturità dell’economia circolare nel settore agroalimentare. Pertanto, le conoscenze e le competenze convenzionali possono riorientare il sistema alimentare verso uno sviluppo sostenibile. Tuttavia, le pratiche convenzionali si concentrano per lo più su strategie di recupero dei rifiuti il cui livello di circolarità è limitato. Pertanto, le strategie volte a mantenere il valore delle risorse il più a lungo possibile, come quelle di riduzione, riutilizzo o riciclaggio, dovrebbero essere prioritarie. Le pratiche innovative incrementali mostrano un livello più elevato di circolarità e quindi, se combinate con le conoscenze convenzionali, possono favorire la circolarità nel settore. Inoltre, per rendere la circolarità una realtà per la comunità, sono fondamentali maggiori misure socio-organizzative.



Conclusioni

Il settore agroalimentare è fondamentale per la transizione verso la sostenibilità. Le nostre scelte quotidiane, come produttori e consumatori, possono contribuire in modo significativo alla resilienza dell’ecosistema.


Classificare i processi e le pratiche del settore è fondamentale per capire quali strategie possano promuovere il riutilizzo o la trasformazione del cibo in senso sostenibile.


La maturità del settore è stata valutata in base all’ampia presenza di pratiche convenzionali ma con un basso livello di circolarità. Al contrario, le pratiche innovative mostrano livelli più elevati di circolarità. Pertanto, è cruciale accoppiare le conoscenze convenzionali con le tecniche innovative sia in termini tecnologici che socio-organizzativi.


Questa ricerca permette di cogliere le caratteristiche dell’economia circolare nel sistema agroalimentare e di riportare esempi di buone pratiche.


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Federica Scandurra

Federica Scandurra si è laureata con lode all’Università di Catania nel 2020, per poi proseguire con un Dottorato di Ricerca all’Università di Messina in Management in Economics, Management e Statistics, nel profilo “Circular economy in the Agri-food system – Valutazione di strategie di interesse aziendale relative alla valutazione e all’applicazione dei concetti di Economia circol... Continua a leggere

Federica Scandurra si è laureata con lode all’Università di Catania nel 2020, per poi proseguire con un Dottorato di Ricerca all’Università di Messina in Management in Economics, Management e Statistics, nel profilo “Circular economy in the Agri-food system – Valutazione di strategie di interesse aziendale relative alla valutazione e all’applicazione dei concetti di Economia circolare e di sostenibilità nel settore agroalimentare”.