Misurazione
della Circolarità
Indicatori per la misurazione della circolarità
La misurazione della circolarità è un argomento sempre più attuale: infatti, l’Economia Circolare spesso assume toni diversi rispetto ai modelli cui siamo abituati, e può risultare complicato misurarne quantitativamente l’impatto e l’efficacia. Data la varietà dei sistemi cui si applicano queste valutazioni, è importante che gli indicatori scelti siano costruiti prendendo in considerazione la dimensione del sistema da analizzare: un indicatore si può definire efficace quando risulta adeguato a misurare le variabili identificate nello specifico contesto di interesse, anche chiamato livello di implementazione. Si possono definire tre livelli di implementazione: micro, meso e macro, che richiedono di considerare aspetti e dati anche completamente diversi.
Il livello micro considera una singola organizzazione e le sue performance in termini di circolarità, in comparazione solo ad organizzazioni appartenenti allo stesso settore e/o alla sua attuale situazione. Alcuni strumenti proposti in questo livello si concentrano sull’analisi della circolarità di un singolo prodotto all’interno di un’organizzazione: ne è l’esempio il Material Circularity Indicator (MCI) sviluppato dalla Ellen MacArthur Foundation. Altri indicatori identificati a questo livello si concentrano su ulteriori aspetti, come Circulytics, sempre sviluppato dalla Ellen MacArthur Foundation, che pone l’attenzione sui punti di forza e debolezza di un’organizzazione nel suo complesso in chiave circolare, supportando le decisioni a livello di impresa per un aumento di valore del brand di un’organizzazione.
Il livello meso rappresenta uno stadiointermedio di analisi, che di solito valuta le simbiosi industriali, o insiemi di organizzazioni appartenenti ad uno stesso settore, o anche gruppi di aziende legate da un territorio limitato. Spesso a questo livello vengono utilizzati gli stessi indicatori del livello micro per le singole organizzazioni, allargate al campo di indagine specifica.
Infine, abbiamo il livello macro che corrisponde a città, regioni, nazioni o l’intera economia globale. A questo livello, i dati richiesti sono significativamente maggiori rispetto a quelli identificati per una singola organizzazione, mentre le analisi svolte risultano più complesse, sia per la mole dei dati che per la molteplicità dei sistemi considerati: si rende infatti necessario ricorrere a database, utilizzare fattori di conversione per poter aggregare i dati in maniera coerente ed è spesso necessario fare delle approssimazioni lì dove i dati risultano carenti o del tutto assenti.
In ogni caso, le comunità internazionali stanno lavorando per sviluppare nuovi indicatori per la misurazione del livello specifico di analisi: essi hanno lo scopo di dare un’immagine generale di un’ampia zona in un certo momento, ma il loro livello di specificità risulterà inferiore rispetto a quelli di una singola organizzazione o di un singolo prodotto. Un esempio di questi sforzi è rappresentato dalla Dichiarazione di Bellagio che si pone proprio l’obiettivo di costruire un sistema condiviso, basato su sette principi, per monitorare i progressi in termini di Economia Circolare, sia a livello nazionale che europeo, puntando all’armonizzazione degli sforzi compiuti dai numerosi attori del settore.
In generale, sebbene molti indicatori esistenti permettano di misurare le molteplici sfaccettature relative al sistema economico, ce n’è uno che racchiude alla perfezione la circolarità di un sistema: si tratta del Tasso di utilizzo circolare di materia. Esso viene definito come rapporto tra la materia riutilizzata ed il totale della materia utilizzata complessivamente nel sistema considerato.
A livello globale questo indicatore viene misurato ogni anno da Circle Economy e pubblicato attraverso il Circularity Gap Report. Alla sua prima misurazione nel 2018, il livello di circolarità dell’economia mondiale risultava del 9,1%. Nei successivi anni, complici un insieme di fattori tra cui la pandemia mondiale COVID-19, la guerra in Ucraina, il rialzo dei prezzi delle materie prime con difficoltà nelle forniture, il tasso di circolarità mondiale è sceso ad un preoccupante 7,2% nell’ultimo Circularity Gap Report del 2023.
Questo andamento negativo dipende principalmente dall’aumento dei consumi accompagnato solo da un modesto incremento del riutilizzo e recupero. Recuperiamo meno dell’8% delle risorse che ogni anno strappiamo alla terra e l’uso di materiali sta accelerando a una velocità superiore alla crescita della popolazione: stiamo in poche parole andando in direzione opposta a quella indicata dal Green Deal Europeo.
A livello italiano, sebbene negli ultimi anni non si sia visto quel disaccoppiamento tra PIL e consumo di materiali che l’Economia Circolare dovrebbe portare, molti indicatori di circolarità hanno visto un miglioramento tangibile, anche in relazione ad altri Stati comunitari. Nell’Unione Europea il tasso di circolarità risultava del 12,8% al 2020, mentre l’Italia risultava particolarmente virtuosa con un tasso del 21,6%, quarta a livello europeo dietro solamente a paesi storicamente attivi su queste tematiche, come i Paesi Bassi (30,9%) e il Belgio (23,0%), oltre che alla Francia (22,2%).
A cosa serve la misurazione della circolarità
La misurazione della circolarità è sempre di più un tema rilevante per le aziende, sia perché permette di comprendere le eventuali aree su cui agire per migliorare la circolarità ed essere più sostenibili, sia perché si basa su dati che dovranno comunque essere raccolti ed analizzati dalle aziende in base alle ultime evoluzioni sul reporting di sostenibilità. Infatti, nel dicembre del 2022 è stata approvata la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che introduce nuove regole per il reporting di sostenibilità, tra cui un maggiore dettaglio per tutta la parte inerente all’economia circolare.
Questa direttiva è uno dei capisaldi del Green Deal europeo e dell’Agenda per la finanza sostenibile e fa parte di una più ampia politica dell’UE volta a far sì che le imprese rispettino i diritti umani e riducano il loro impatto sul pianeta. La direttiva, infatti, estende ad una platea di imprese molto più ampia l’obbligo di divulgare informazioni in merito alle tematiche di sostenibilità, in termini di impatto ambientale, diritti sociali, diritti umani e fattori di governance. La direttiva ha valenza sia per le grandi imprese sia per le PMI.
Tale direttiva, inoltre, introduce una sezione molto più dettagliata per quanto concerne l’economia circolare, che richiederà informazioni rispetto all’uso delle risorse; i processi implementativi adottati; la performance delle imprese in termini di economia circolare, andando a misurare in flussi in ingresso e in uscita che abbiano seguito i principi dell’economia circolare; ed infine l’impatto finanziario della transizione verso l’economia circolare. Maggiori dettagli su tutte le informazioni richieste possono essere trovati direttamente nel report di EFRAG.
Per questo motivo, ora più che mai è importante definire una metodologia di raccolta e di analisi di queste informazioni, ed è anche per questo motivo che Tondo ha deciso di sviluppare due strumenti che permettano di misurare la circolarità a livello aziendale e di prodotto. I tool si propongono con un’interfaccia intuitiva da utilizzare e guidata nelle informazioni da fornire, restando dei tool basati su metodologie solide e già ampiamente testate. I tool, che sono attualmente in fase di beta-testing con alcune aziende che hanno dimostrato l’interesse, potranno essere utilizzati da tutte le aziende interessate a partire dalla fine del 2023.
Tool di misurazione di circolarità
Il tool per la misurazione di circolarità a livello aziendale è composto da 71 indicatori, e va a mappare sei aree chiave dell’azienda, ovvero: risorse materiche e componenti; risorse energetiche ed idriche; rifiuti ed emissioni; logistica; prodotto/servizio; risorse umane, asset, policy e sostenibilità. Gli indicatori e la metodologia di calcolo sono derivanti dalla specifica tecnica UNI/TS 11820. Il tool, basato proprio su questa normativa, fornisce il livello di circolarità complessivo a livello aziendale e per ognuna delle sei aree chiave precedentemente indicate. Un vantaggio non indifferente è, in vista dell’obbligatorietà del bilancio di sostenibilità per le aziende dal 2024, iniziare a strutturarsi per la raccolta di tutti i dati necessari e per il calcolo del livello di circolarità che sarà nel futuro prossimo anche certificabile da enti terzi.
Gli indicatori presenti sono suddivisi in “core” (8), “specifici” (52) e “premianti” (11), e per poter calcolare l’indice non è necessario che l’azienda compili tutti gli indicatori, ma è sufficiente che siano calcolati tutti gli indicatori “core” ed almeno metà degli indicatori “specifici” per ciascuna delle sei aree chiave dell’azienda.
Il tool dedicato al calcolo della circolarità a livello di prodotto è fondato, invece, su una metodologia riconosciuta a livello internazionale, il Material Circularity Indicator della Ellen MacArthur Foundatio]. Inserendo i dati necessari viene calcolato il livello di circolarità di un prodotto, partendo dai flussi di materie prime, in ingresso e in uscita relativi al prodotto, l’energia specifica per il prodotto, l’acqua consumata, e il packaging.
Nonostante i tool siano pensati per essere strumenti semplici e immediati da utilizzare e da comprendere, la raccolta e l’inserimento dei dati può essere non sempre così semplice, ed è per questo che Tondo, in caso di necessità può supportare le aziende per compilare in maniera appropriata i due tool, guidandole nell’utilizzo degli strumenti e nella raccolta dei dati necessari.
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