Bi-rex: from waste to resource


In occasione dell’evento Re-think Circular Economy Forum organizzato a Taranto il 28 e 29 Settembre 2021, abbiamo deciso di organizzare ed ospitare anche un Innovation Call focalizzata su tre macro temi: gestione ambientale, porti circolari e transizione energetica e mobilità sostenibile. 


L’Innovation Call era indirizzata a startup del territorio nazionale che promuovessero e proponessero soluzioni innovative e circolari nei tre settori sopra citati. Diverse sono state le realtà che sono state selezionate, ma solo una è risultata vincitrice assoluta: Bi-rex dall’ambito di gestione ambientale. 


Cos’è Bi-rex?

Bi-rex è una startup fondata da Greta Colombo Dugoni, CEO e R&D Manager, e Monica Ferro, Project Manager, con l’obiettivo di creare un nuovo modello economico che sia in grado di recuperare prodotti ad alto valore da biomasse che derivano da lavorazioni agro-industriali. 


In particolare, la loro ricerca e il loro prodotto si focalizza sulla creazione e produzione di cellulosa proveniente da fonti alternative, questo perché come la cellulosa è un naturale biopolimero lo è anche, ad esempio, la chitina che è uno dei principali componenti dell’esoscheletro dei gamberetti e non solo. L’idea è quindi che non siano solo le piante, ca 200 milioni di tonnellate annualmente nel mondo, a fornire la cellulosa, ma anche gli scarti, in cui in molti casi è presente e che solitamente sono considerati senza valore e dimenticabili in impianti di compostaggio o, peggio, in discariche. Bi-rex si concentra in particolare sulla chitina derivante dai gamberi e dai granchi, in quanto sono ca 6-8 milioni di tonnellate i crostacei allevati annualmente nel mondo e da cui si può recuperare valore. 


Attraverso i loro test, le ricercatrici hanno riconosciuto il valore dei rifiuti delle biomasse dal settore agri-food, che possono avere molti svantaggi se mantenuti in un sistema economico lineare: viene sprecata la risorsa di cellulosa presente in essi, le industrie del settore deve pagare per disfarsene e, producono inquinamento se non trattate con i giusti metodi. 


L’idea è nata da uno studio accademico che stavano portando avanti, durante cui si sono accorte che i solventi erano in grado di purificare la cellulosa ed hanno iniziato a fare una serie di test su diversi generi di biomasse di scarti organici, quali, quelli derivanti dal riso, la lolla, la birra e la trebbia. Si è iniziato da questi prodotti perché è facile trovare i loro scarti in grande quantità, ma si è poi passati agli scarti della lavorazione del cardo e dalla spremitura di agrumi e ora dai gamberi. 


Bi-rex è un acronimo che mette insieme i concetti legati al progetto, come spiegato dalle ricercatrici: B sta per biomassa, I sta per innovazione, R per riciclo e, infine, Ex sta per estrazione, che è il procedimento che utilizzano per ricavare la cellulosa dagli scarti organici. 


Perché sviluppare questa idea?

A livello mondiale, il consumo di plastica sta continuando a crescere, con circa oltre 310 milioni di tonnellate prodotte nel 2020, rispetto ai 15 milioni che erano prodotti nel 1964, e continua ad essere trattata non correttamente alla fine del suo ciclo di vita o ad essere dispersa nell’ambiente con oltre 150 milioni di tonnellate già presenti nell’oceano. Non sono numeri rassicuranti e, al momento, si prospetta un peggioramento dovuto anche all’aumento della popolazione sul nostro pianeta. Sono però, proprio le innovazioni come quelle studiate e proposte da Bi-rex che possono fare la differenza per un futuro più pulito, circolare e responsabile nell’utilizzo delle risorse. 


Il progetto Bi-rex nasce nel Politecnico di Milano, dove Greta Colombo Dugoni e Monica Ferro sono ricercatrici, ha presentato circa quattro brevetti ed ottenuto numerosi finanziamenti. La startup è stata infatti premiata dalla scuola Joule di Eni nell’edizione 2020 di StartCup Lombardia e da inizio gennaio di quest’anno ha iniziato un percorso di incubazione personalizzato a cura di Polihub oltre ad aver ottenuto un finanziamento pre-seed da Poli360. Infine, questa impresa green tutta al femminile, è stata premiata all’Eni Award con una menzione speciale “Eni joule for Entrepreunership” il 14 ottobre scorso. 


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Francesco Castellano

Francesco Castellano ha conseguito un Master in Business Administration, e ha maturato un'esperienza quasi ventennale nel campo della ricerca, della finanza, della consulenza e del business management. In questo periodo è stato impegnato in diversi tipi di progetti come consulente presso Bain & Company, ha lanciato le attività di Uber a Torino e ha lavorato nel dipartimento FP&A di General E... Continua a leggere

Francesco Castellano ha conseguito un Master in Business Administration, e ha maturato un'esperienza quasi ventennale nel campo della ricerca, della finanza, della consulenza e del business management. In questo periodo è stato impegnato in diversi tipi di progetti come consulente presso Bain & Company, ha lanciato le attività di Uber a Torino e ha lavorato nel dipartimento FP&A di General Electric.

Recentemente ha fondato Tondo, un gruppo di organizzazioni che si occupa di diffondere approcci e concetti di Economia Circolare, e di supportare le aziende nella transizione verso un futuro sostenibile e circolare. Francesco è anche l'ideatore e il coordinatore del Re-think Circular Economy Forum, un format di eventi organizzati in diverse città italiane per presentare le più importanti soluzioni di Economia Circolare.

Francesco è stato ospite di diverse università ed eventi, come l'Università Federico II, l'Università Bocconi, la LIUC - Università Cattaneo, l'Università di Pavia, l'Università di Padova, l'Università Cattolica, la IPE Business School, la 24ORE Business School, Campus Party, Torino Stratosferica, Visionary Days.

Francesco è appassionato di Economia Circolare, Innovazioni Cleantech, Venture Building e Imprenditorialità.