End of Waste: cos’è e quali sono i campi di applicazione

Che cos’è l’End of Waste?

Il concetto di End of Waste (EoW), in italiano cessazione della qualifica di rifiuto, è descrivibile come il processo attraverso il quale un rifiuto cessa di essere tale per mezzo di procedure di recupero, ed acquisisce invece lo status di prodotto.


Nell’ordinamento italiano la nozione di rifiuto ha avuto numerose evoluzioni sino all’attuale formulazione, contenuta nell’articolo 183, comma 1, lett. a), D.Lgs. 03.04.2006, n. 152, che lo definisce come “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi”. Tuttavia, esistono ipotesi in cui, pur essendovi la volontà di disfarsene, una sostanza, giuridicamente, non rientra comunque nella categoria dei rifiuti oppure perde tale qualifica. Quest’ultima condizione ha una sua specifica disciplina: cessazione della qualifica di rifiuto, o End of Waste.


La nozione di End of Waste è nata a livello comunitario con la direttiva quadro sui rifiuti (2008/98/CE). In particolare, l’art. 6 afferma che “un rifiuto cessa di essere tale quando è sottoposto ad un’operazione di recupero, incluso il riciclaggio”.


Devono inoltre soddisfare criteri specifici da elaborare conformemente alle seguenti condizioni:


  • • la sostanza o l’oggetto è comunemente utilizzata/o per scopi specifici;
  • • esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto;
  • • la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti;
  • • l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana.


Tale definizione è ripresa nell’ordinamento italiano nell’articolo 184-ter, comma 1, D.lgs. n. 152/2006.


I rifiuti possono diventare nuovi prodotti o materiali se rientrano nella disciplina dei Regolamenti comunitari. Come nel caso dei rottami di ferro, acciaio e alluminio (Regolamento n. 333/2011), di vetro (Regolamento n. 1179/2012) e di rame (Regolamento n. 715/2013).


Oppure, in assenza di questi, sono i singoli stati europei a provvedere con atti propri. In Italia, dal 2010 è il Ministero dell’Ambiente a decretare la fine-rifiuto, nel rispetto delle condizioni definite dall’Europa.


End of Waste da rottami di ferro

Le operazioni di recupero al fine dell’ottenimento dell’End of Waste da rifiuti metallici ferrosi, come rottami di ferro e acciaio, devono sempre essere autorizzate dall’Ente preposto. In più, queste devono rispettare i requisiti tecnici e gestionali previsti dal Reg. UE n. 333/2011 (che si applica ai rifiuti costituiti da rottami di ferro e acciaio e ai rottami di alluminio).


Il rispetto dei requisiti viene dimostrato dall’ottenimento di una certificazione da parte di un Ente terzo che possa attestare la conformità del sistema di gestione qualità al Regolamento citato. Quindi, è necessario dotare l’azienda di procedure e modalità operative che possano attestare il rispetto dei requisiti e fornire le dichiarazioni di conformità del materiale prodotto (non più rifiuto). Il beneficio che ne deriva consiste nella maggiore possibilità di conferimento dei metalli ai cicli produttivi e di sostituire la materia prima vergine.


End of Waste da carta e cartone

A differenza da quelle riguardanti i rifiuti metallici, le operazioni di recupero dei rifiuti di carta e cartone ai fini dell’End of Waste hanno come riferimento normativo il D.M. n. 188/2020 e come riferimento qualitativo la Norma Europea UNI EN 643:2014. I rifiuti ammessi nel ciclo di recupero sono diversi: tra questi si trova la carta e il cartone della raccolta differenziata, o gli scarti di produzione dell’industria cartaria.


Di norma le attività di recupero sono la selezione manuale e meccanica del rifiuto al fine di eliminare più possibile i “componenti non cartacei” e i “materiali proibiti” a cui segue la pressatura in balle. La carta e cartone recuperati ai fini dell’End of Waste, se conformi ai requisiti stabiliti dalla norma citata, possono essere qualificati come “carta e cartone recuperati” e destinati all’industria cartaria oppure ad industrie che li utilizzano come materia prima.


Anche in questo caso è prevista la certificazione di un sistema qualità che attesti il rispetto dei requisiti del D.M. mediante procedure interne e controlli che attestino il processo e il materiale prodotto.


End of Waste e Economia Circolare

Per lo sviluppo dell’Economia Circolare, il riciclo è un’attività fondamentale perché significa concretamente trasformare un rifiuto in risorsa, sostituendo alcune materie prime con materie seconde.


In quest’ottica, incentivare il processo di End of Waste è certamente d’aiuto nel contribuire alla diffusione dei principi di Economia Circolare. Come anticipato, il concetto di End of Waste si riferisce in modo specifico al momento in cui un rifiuto cessa di essere tale, attraverso procedure di recupero, e acquisisce a tutti gli effetti lo status di risorsa utilizzabile o di prodotto. A quel punto, si ottiene materia che, rispettando determinati criteri di qualità e sicurezza, può essere reintegrata nel ciclo produttivo anziché essere smaltita.


È attraverso questo processo che materiali come il carbone, il pet-coke e il gas naturale possono essere sostituiti con un rifiuto trasformato in Combustibile Solido Secondario (CSS): materie prime come il silicio o suoi ossidi o rifiuti inerti, possono essere sostituiti con scorie da rifiuti, e scorie di fonderia trattate possono diventare materiale da costruzione. Da rifiuti elettronici ed elettrici, poi, è possibile ricavare Materie Prime Seconde (come cobalto, litio, fosforo, rame) che, altrimenti, saremmo sempre costretti a importare da nazioni potenzialmente non attente alla tutela dei diritti umani e dell’ambiente.


I benefici dell’End of Waste

L’industria, la società e le autorità di regolamentazione possono trarre notevoli vantaggi dal raggiungimento dell’End of Waste. L’uso di materiali derivati dai rifiuti riduce la necessità di sfruttare le risorse primarie, oltre a sottrarre i rifiuti alle discariche o all’incenerimento. Ciò può ridurre gli impatti ambientali locali, come l’impatto sull’ambiente derivante dall’estrazione e dalla raffinazione, e gli impatti ambientali globali, comprese le emissioni di gas serra. Tutto questo può portare a diversi benefici:


  • • Lo stato di End of Waste crea una percezione positiva dei materiali recuperati, eliminando lo “stigma” dei rifiuti che può scoraggiare i potenziali clienti.
  • • Una percezione positiva favorisce lo sviluppo di mercati secondari sostenibili e la fiducia nei materiali secondari recuperati. Ciò sostiene il loro valore economico, consentendo all’industria di innovare ulteriormente in nuovi prodotti derivati dai rifiuti e quindi di aumentare ulteriormente l’uso benefico dei rifiuti.
  • • I criteri di End of Waste consentono di anticipare il momento in cui un materiale cessa di essere classificato come rifiuto al momento in cui viene recuperato. In questo modo, il materiale può essere commercializzato come “prodotto” al pari dei prodotti non derivati dai rifiuti.
  • • L’industria beneficia di una riduzione degli oneri amministrativi per la gestione dei rifiuti.


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Emma Salioni

Laureata in Gestione dei contenuti digitali per i media, le imprese e i patrimoni culturali, Emma Salioni si interessa da sempre di sostenibilità ed economia circolare. Dopo un periodo passato a lavorare in Olanda, ha iniziato a collaborare con Tondo gestendo comunicazione e i social media, oltre che supportando l'organizzazione di hackathon ed eventi.