ESRS E5: un nuovo standard per il report di sostenibilità
CSRD: una nuova normativa
Negli ultimi tempi, aziende di tutta Europa hanno dovuto seguire la nuova Direttiva sul Corporate Sustainability Reporting (CSRD) per completare la loro prima doppia valutazione di materialità.
La Corporate Sustainability Report Directive (CSRD) è una nuova normativa dell’Unione Europea che impone a tutte le grandi aziende e alle PMI di seguire regole più complete per quanto riguarda la rendicontazione degli impatti sociali, ambientali e di governance delle loro imprese, nonché dei rischi e delle opportunità associati alle attività commerciali e operative che conducono.
È la prima volta che la Commissione Europea definisce uno standard dettagliato per i dati non finanziari. L’iniziativa ha coinvolto circa 50.000 aziende, e le prime a doversi conformare al CSRD dovranno riferire in merito all’esercizio finanziario 2024. In base alla CSRD, le aziende devono anche fare rapporto attenendosi agli European Sustainability Reporting Standards (ESRS).
La doppia valutazione della materialità è obbligatoria per allinearsi alla CSRD, e funge da base per definire quali sono gli standard ESRS e i requisiti di divulgazione specifici su cui l’azienda deve fare rapporto. L’espressione “doppia” materialità si riferisce al fatto che ogni azienda deve considerare la rilevanza di un evento ESG da due prospettive diverse: la prima considera l’impatto che l’azienda ha sull’ambiente e sulla società, quindi una visione inside-out, e la seconda riguarda invece i rischi e le opportunità associati a tale evento, in una visione outside-in.
ESRS E5: i requisiti informativi
L’ESRS E5 è uno dei cinque standard ambientali specifici degli European Sustainability Reporting Standards sviluppati dall’EFRAG. Come tutti i temi ESRS, l’utilizzo di questo standard di rendicontazione è facoltativo, e viene usato solo se l’azienda ritiene la circolarità un elemento rilevante per la propria attività.
Questa bozza di standard nello specifico definisce nei dettagli le informazioni che l’impresa deve obbligatoriamente indicare nel rendicontare l’uso delle risorse e l’economia circolare, in particolare per quello che attiene alle informazioni riguardanti gli afflussi e i deflussi di risorse (comprese le informazioni su prodotti e materiali).
I requisiti informativi sui quali l’impresa è tenuta a rendicontare sono:
1. Descrizione dei processi adottati per identificare e valutare gli impatti, rischi ed opportunità significativi correlati all’uso delle risorse ed all’economia circolare;
2. Criteri adottati per gestire i propri impatti, rischi ed opportunità correlati all’uso delle risorse ed all’economia circolare (qui è compreso l’utilizzo di risorse non-vergini e il contributo alla produzione rigenerativa di risorse rinnovabili ed alla rigenerazione degli ecosistemi);
3. Azioni adottate in materia economia circolare e risorse allocate per la loro implementazione;
4. Obiettivi adottati in materia di uso delle risorse ed economia circolare;
5. Informazioni relative ai flussi significativi di risorse in entrata (tra cui: peso complessivo dei prodotti e materiali impiegati, peso dei materiali rinnovabili provenienti da fonti rigenerabili, peso dei prodotti e materiali riutilizzati o riciclati);
6. Informazioni relative ai flussi significativi di risorse in uscita, compresi i rifiuti (tra cui: peso complessivo dei materiali derivanti dai prodotti e servizi che sono stati progettati con principi di circolarità o che possono consentire un utilizzo circolare in altri stadi della catena del valore, totale complessivo dei rifiuti generati distinto in base alle possibilità di riuso e riciclaggio, peso e tipologia di ogni rifiuto pericoloso o non pericoloso , distinto per tipologia di trattamento);
7. Potenziali effetti finanziari derivanti da impatti, rischi ed opportunità correlati all’uso delle risorse e all’economia circolare.
L’obiettivo dello standard, dunque, è massimizzare e mantenere il valore delle risorse, dei prodotti e dei materiali creando un sistema che consenta la rinnovabilità, l’uso ottimale a lungo termine o il riutilizzo, la ristrutturazione, la rigenerazione, il riciclaggio e la biodegradazione.
ESRS e le aziende
A partire dal 1° gennaio 2024, le aziende che già rendicontavano nell’ambito della Corporate Sustainability Reporting Directive dovranno adeguarsi alle nuove specifiche, pensate per rendere le comunicazioni più pertinenti, veritiere e soprattutto confrontabili.
Le aziende dovranno dunque indicare tutte le misure adottate per prevenire e attenuare gli impatti negativi (effettivi o potenziali) dell’uso delle risorse e anche entrare nel merito dei risultati effettivi che tali misure hanno prodotto. Inoltre, dovranno rendere noti i piani definiti per adeguare il proprio modello imprenditoriale e le proprie operazioni ai principi dell’economia circolare.
Infine, dovranno anche rendicontare l’impatto dei rischi e delle opportunità derivanti dall’adozione dei principi dell’economia circolare sullo sviluppo del business, sui risultati e sulla situazione a breve, medio e lungo termine.
Per le aziende, saper svolgere una doppia valutazione di materialità è essenziale: familiarizzare con i requisiti del nuovo standard all’inizio può sembrare complesso a causa dell’ampiezza del materiale richiesto e del livello di dettaglio atteso. Ma l’ESRS E5 dovrebbe essere approcciato come un’opportunità per scoprire e capire cosa dovrebbe includere un piano d’azione legato alle policy di economia circolare.
Nello specifico, l’ESRS E5 si specializza nell’uso delle risorse e nell’economia circolare, e un buon punto di partenza può essere la comprensione di cosa esattamente viene chiesto alle aziende. Questo si può dividere in tre categorie:
1. Come vengono identificati gli impatti materiali, i rischi e le opportunità? Questo fa riferimento al doppio processo di materialità.
2. Come vengono gestiti gli impatti materiali? Qui entrano in gioco le policy e le azioni intraprese dall’azienda.
3. Come vengono misurati gli impatti materiali? Questo invece riguarda obiettivi, KPI ed effetti finanziari.
Dare priorità alla comprensione e alla messa in atto dell’ESRS E5 porta a molti risultati: l’azienda impara ad essere più resiliente, migliorando aspetti relativi alla circolarità dell’impresa che possono aiutare contro alcuni rischi, come la scarsità di materiali e le normative imminenti (ad esempio il prossimo aggiornamento della direttiva UE sulla EU Eco-Design). L’azienda aumenterà anche la sua competitività, mostrando intraprendenza e maggiore accortezza rispetto ai competitors, che potrebbero non aver ancora intrapreso iniziative circolari per ridurre la loro impronta ecologica. Infine, questo potrà aiutare a soddisfare le diverse richieste dei clienti e degli investitori: disporre di dati concreti attraverso l’ESRS E5 rende più semplice rispondere efficacemente alle richieste più esigenti dei clienti e degli investitori in materia di circolarità.
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