OILY SPILLS IN RIVERS: THE BLIND CORNER OF WATER PROTECTION
There are few ecological disasters that arouse indignation and a desire for change like oil spills into the seas, indeed we easily remember the images of the oil tankers and the “oil spill” coming out of those gigantic ships. However, the spill of oil into rivers is constantly excluded. In fact, how many river ecological disasters can we remember? Not many. The reason is that the magnitude of such events is not resonant enough to be proposed in the news and it is a phenomenon of extended intensity and it is diluted over time.
Does this mean that they have less relevance in the ecological context? Not at all. In fact, it is proven that river oil spills represent the major source of oily pollution in the seas. Moreover, – probably deriving from the same cause – there is a lack of an extensive and updated scientific literature on the peculiar characteristics that make river spills different from marine ones, leading to a deficit in the methodologies of action against such events.
A study published this year offers an overview of the reference literature. According to the study results three are the characteristics that differ river oil spills from marine ones:
1) the water column of the watercourse that disperses or retains the oily mass;
2) the formation and action of oil-particle aggregates ( OPA);
3) the interaction of the oil with the shore.
In addition to those, the peculiarities of the river concerned must be included: torrent or river with a large flow, the nature of the banks and the presence of differences in height on the river bed and thus the formation of rapids.
Therefore, the central theme concerning the oily spill into water courses is the low ability to understand their physical and hydrogeological characteristics, as well as the lack of awareness of the size of the problem. Furthermore, a technology that is capable of addressing this issue beyond a single emergency intervention, which is common during marine spills, has not yet been developed.
In this context the new River Cleaning project, River Oil, comes in action. This system operates with the same logic as River Cleaning Plastics, i.e. a system of floating buoys operated by the river current capable of collecting the oily spills present on the surface. At the moment, the development path includes two systems “River Cleaning Oil – Absorption Plug-In” and “River Cleaning Oil – Full Filtering”: the first for small spills that only need to be absorbed and then disposed of; the second for most consistent spills, therefore it works by sucking up and storing the spilled oils on the shore.

The characteristics of oily pollution in rivers make cleaning activities not easily standardized, in particular there not seem to be technologies suitable for this purpose, if not in the minimum part of cleaning the banks and sediments which accumulate in them. As in the case of the Niger Delta near Obodo, where the spills on the river could not in any way be countered in their flow towards the sea, due also to the length of the river path, but only the intervention of the mangroves on the environment could. River Oil can in fact represent a real “game changer” in the fight against oily waste: a 24/24 operating system with no energy costs, effective and applicable. It is also clear that this technology may have room for applicability even in large marine spills, such as the Deepwater Horizon accident in 2010.
Moreover, oil spills in rivers are in some circumstances caused by poor or non-existent control of industrial and refinery spills. While counting on an ever-increasing awareness of the sustainability of waste produced by industrial activities, in the past we have faced episodes such as in the Kalamazoo River in Michigan, where low maintenance caused the spillage of tons of industrial oils. In general, the level of spillage may not occur intensely but may indeed dilute even over many years. This makes it essential, in addition to greater awareness – even at a legislative level – for the existence of technologies capable of operating instantly and continuously with respect to these phenomena.
River Cleaning Oil wants to be exactly this kind of technology. Adaptable, automatic, self-powered and non-invasive. Its ability to operate across the width of the river, relentlessly, currently provides the best technological solution for the intervention and prevention of oily pollution. Furthermore, a continuous research and development process would be able, thanks to the innovative but simple design and concept, to be largely scalable and developable and to exponentially increase the impact capacity of this technology. River Cleaning technology together with a continuous process of data collection and expertise can make the defense of waterways and seas one of the most effective systems globally.
While waiting for the reorganization of the industrial and refinery waste collection and management systems to become substantial, it is necessary to neutralize as much as possible the levels of pollution that we are currently suffering from. Finally, this can also be considered an area in which several actors are called into question, responding to the global goal of creating partnerships for solving sustainable development problems.
Italiano
SVERSAMENTI OLEOSI NEI FIUMI: L’ANGOLO CIECO DELLA PROTEZIONE DELLE ACQUE
Pochi sono i disastri ecologici che suscitano indignazione e voglia di cambiamento come gli sversamenti di oli nei mari. Ancora ricordiamo le immagini delle petroliere e della “marea nera” uscire da quelle navi gigantesche.
Tuttavia un tipo di evento viene spesso ignorato: lo sversamento di oli nei fiumi. Infatti quanti disastri ecologici fluviali riusciamo a ricordare? Non molti. Ciò avviene per una ragione fondamentale: la magnitudo di tali eventi non è abbastanza intensa da riuscire ad essere proposta nei notiziari, oltre ad essere un evento con una intensità estesa e diluita nel tempo. Questo vuol dire che siano meno rilevanti nel contesto ecologico? Niente affatto. Infatti è provato che gli sversamenti fluviali rappresentano la maggior fonte di inquinamento oleoso nei mari. Il secondo punto -probabilmente derivante dalla stessa causa- è la mancanza di una letteratura scientifica estesa ed aggiornata sulle caratteristiche peculiari che rendono gli sversamenti fluviali molto differenti da quelli marini, comportando di conseguenza anche un deficit nelle metodologie di azione contro tali eventi.
E’ del 2021 uno studio che offre una panoramica della letteratura di riferimento. Tale studio rileva quali siano le caratteristiche che rendono gli sversamenti fluviali diversi da quelli marini:
1)la colonna d’acqua del corso d’acqua che disperde o ritiene la massa oleosa;
2) la formazione e azione di aggregati olio-particelle(OPA);
3)l’interazione dell’olio con la riva.
Oltre a queste vanno incluse le peculiarità del fiume interessato: torrente o fiume a grande portata, la natura delle rive e presenza di dislivelli sul letto del fiume e quindi la formazione di rapide.
Il tema centrale quindi riguardante lo sversamento oleoso nei corsi d’acqua è la bassa capacità di comprenderne le caratteristiche fisiche ed idrogeologiche, nonché la mancanza di una presa di coscienza relativa alle dimensioni del problema. Inoltre non è ancora stata sviluppata una tecnologia che sia in grado di affrontare tale questione al di là di un singolo intervento emergenziale, cosa invece comune durante i versamenti marini.
In questo contesto si innesta il nuovo progetto di River Cleaning: River Oil. Questo sistema opera con la stessa logica di River Cleaning Plastics, ossia un sistema di boe galleggianti azionate dalla corrente fluviale in grado di raccogliere gli sversamenti oleosi presenti sulla superficie. Al momento il percorso di sviluppo prevede due sistemi “River Cleaning Oil – Absorption Plug-In” e “River Cleaning Oil – Full Filtering”: il primo per sversamenti di piccola entità e che quindi necessitano solo di essere assorbiti e poi dismessi, il secondo invece è pensato per gli sversamenti più consistenti e quindi opera attraverso il risucchio e lo stoccaggio a riva degli oli sversati. Le caratteristiche dell’inquinamento oleoso nei fiumi rendono le attività di ripulitura non facilmente standardizzabili, in particolar modo non sembrano esserci tecnologie adatte a tale scopo, se non nella minima parte di ripulitura delle sponde e dei sedimenti che su di esse si accumulano. Come nel caso del Delta del Niger nei pressi di Obodo, dove gli sversamenti sul fiume non potrebbero essere in alcun modo contrastati nel loro scorrere verso il mare anche a causa della lunghezza del percorso fluviale, ma è stato possibile solo grazie alle mangrovie.

Per questo River Oil può rappresentare un vero e proprio “game changer” nella lotta ai rifiuti oleosi: un sistema operativo 24/24 con nessun costo energetico e di sicura efficacia ed applicabilità. E’ anche evidente che tale tecnologia possa avere degli spazi di applicabilità anche nei grandi sversamenti marini, come l’incidente della Deepwater Horizon del 2010.
Un’altra delle grandi insidie dei versamenti oleosi nei fiumi è rappresentata dal fatto che in alcune circostanze esso è causato da un povero od inesistente controllo degli sversamenti industriali e di raffinerie. Pur contando su di una sempre maggiore coscienza rispetto alla sostenibilità dei rifiuti prodotti dalle attività industriali, in passato ci si è trovati ad affrontare episodi come nel fiume Kalamazoo in Michigan, dove la bassa manutenzione ha causato lo sversamento di tonnellate di oli industriali. In generale, il livello di sversamento può non avvenire in maniera intensa ma può anzi diluirsi anche nel corso di molti anni. Ciò rende indispensabile, oltre ad una maggiore consapevolezza -anche a livello legislativo- l’esistenza di tecnologie in grado di operare in maniera istantanea e continua rispetto a questi fenomeni.
River Cleaning Oil vuole essere esattamente questo tipo di tecnologia. Adattabile, automatica, autoalimentata e non invasiva. La capacità di operare per tutta la larghezza del fiume, senza sosta, fornisce, ad ora, la migliore soluzione tecnologica per l’intervento e la prevenzione dell’inquinamento oleoso. Inoltre, un continuo processo di ricerca e sviluppo sarebbe in grado -grazie al design e concept innovativo ma semplice, quindi largamente scalabile e sviluppabile- di incrementare in maniera esponenziale la capacità di impatto di questa tecnologia. Un continuo processo di raccolta di dati ed expertise possono rendere la difesa dei corsi d’acqua e dei mari attraverso la tecnologia di River Cleaning uno dei più effettivi sistemi a livello globale.
In attesa che il riordino dei sistemi di raccolta e gestione dei rifiuti industriali e di raffinerie diventi sostanziale, è necessario neutralizzare il più possibile i livelli di inquinamento che ad ora stiamo subendo. Infine, questo si dimostra essere anche un ambito in cui più attori diversi sono chiamati in causa, rispondendo all’obiettivo globale di creare delle partnership per la risoluzione dei problemi di sviluppo sostenibile.