Costruire un’Economia Circolare a basso contenuto di carbonio e di rifiuti

Durante l’evento Re-think Circular Economy Forum che si è tenuto lo scorso anno a Taranto tra gli ospiti che sono intervenuti c’è stato anche Walter Stahel, padre dell’Economia Circolare e fondatore di The Life-Product Institute a Ginevra, che ha iniziato il suo intervento dando una visione dall’alto delle opportunità per costruire un’economia industriale circolare a bassa produzione di carbonio e un basso contenuto di rifiuti.

Concetto di Economia Industriale Circolare (EIC)

L’economia industriale circolare (EIC) riguarda gli stock, non i flussi, ha iniziato, e si tratta di gestire e mantenere il valore e l’utilità del capitale naturale, del capitale umano, di quello culturale e di quello manifatturiero. Le origini della circolarità sono molteplici: nella natura, nelle infrastrutture progettate per un uso a lungo termine, nella buona gestione in società caratterizzate da povertà e scarsità. Il punto di partenza della sostenibilità e dell’economia circolare deriva dalla cura che le persone hanno dei loro beni – ciò che hanno – e poiché non ci sono rifiuti in natura, significa semplicemente che tutti i rifiuti sono in realtà prodotti dall’uomo.  

L’Economia Circolare come una “vasca da bagno”

Walter ha spiegato che, se si guarda all’economia nel suo complesso, questa è come se fosse l’economia di una vasca da bagno, dove ci sono afflussi e deflussi, ma la cosa che ci interessa di più è la qualità e la quantità di acqua nella vasca. Oggi questo aspetto è in gran parte sconosciuto. Quindi, l’idea della vasca da bagno di un’economia circolare avanzata rimanda ad un ciclo, con un’era principale di “R”, riutilizzo, ricarica, riparazione, rifabbricazione, e un’era di “D”, de-collegamento dei materiali per recuperare molecole pure come nuove dalle risorse usate.

L’era della “R” e il suo impatto

L’era della “R” riguarda i servizi essenziali, la produzione riguarda il lavoro produttivo ed è per questo che gli economisti di solito ignorano l’era della “R”, perché non si tratta di lavoro produttivo.  L’era della “R” dell’economia industriale circolare riguarda le PMI locali e l’innovazione per prolungare la vita utile degli oggetti. E chi prende le decisioni nell’era della “R”? È il proprietario-utente che ha il controllo dei suoi oggetti.   

Il punto di svolta del 1946: l’era della “D”

Inoltre, secondo Walter, si è verificato un primo spartiacque nel 1946, quando la scienza ha disaccoppiato l’uomo dalla natura ed è nata l’era della “D”. L’Antropocene è iniziata con la bomba nucleare di Hiroshima e da allora la scienza ci ha dato energia, chimica, metallurgia che sono molto più potenti di tutto ciò che la natura può offrirci. La società ha però trascurato la responsabilità di produttore derivante da questo disaccoppiamento dalla natura. L’innovazione nell’era della “D” riguarda la ricerca ed i ricercatori, l’innovazione globale, la competitività, l’economia, mentre l’innovazione nell’era della “R” è locale.

Esempi e sfide nella realizzazione di un’ Economia Circolare a basso contenuto di carbonio e rifiuti

Walter ha poi fatto un esempio, mostrando una foto di un cimitero statunitense di pale eoliche, tagliate in 3. I mulini a vento, anche se producono energia rinnovabile, ha detto, non sono sicuramente una tecnologia sostenibile. Non fanno parte dell’economia industriale circolare se non è possibile recuperare i materiali delle pale a fine vita. Tuttavia, ci sono esempi di chimica circolare che esistono già oggi, come la depolimerizzazione di diverse materie plastiche, e molto altro è in fase di ricerca.  

Le 3 ragioni per il cambiamento verso l’Economia Circolare

Walter ha infine indicato tre ragioni per cambiare. Migliorare l’efficienza dei materiali, ottenere benefici per la società come più posti di lavoro e meno emissioni di CO2, e ridurre la “massa antropica”.  Se vogliamo conservare il valore materiale delle risorse, dobbiamo migliorare l’attuale riciclaggio implementando più Economia Circolare Industriale (ECI). Se vogliamo ridurre le emissioni di CO2, il passaggio alla ECI ci permetterebbe di ridurle del 66%. Ancora una volta, l’uomo è responsabile del pianeta. E’ necessario lasciare alla natura tutto lo spazio di cui ha bisogno, cosa che al momento non stiamo facendo, ci stiamo invece impadronendo del pianeta. 

Costruire un’Economia Circolare: le 4 opportunità

L’altra domanda che Walter ha posto è come cambiare per costruire un’economia industriale circolare a basso contenuto di carbonio e di rifiuti. Abbiamo 4 opportunità. La più importante è la necessità di innovare nelle scienze circolari e nell’energia a zero emissioni, perché se non abbiamo energia verde, non avremo mai prodotti a zero emissioni.

Innovazioni necessarie nelle scienze circolari e nell’energia

I nuovi temi di ricerca sono tutti multidisciplinari, nei sistemi, nei materiali, nelle molecole, nei componenti, nei modelli di business. Innovare i sistemi sociali significa rendere le soluzioni di condivisione più attraenti di quanto non lo siano oggi. Significa anche inventare sistemi di sufficienza. Per esempio un dumper elettrico che può andare su e giù per la montagna senza mai ricaricare le batterie, non producendo prodotti efficienti. L’innovazione nell’energia circolare ha uno spettro molto ampio. Alcune delle innovazioni dominanti sono l’idrogeno verde, l’ammoniaca (X-15 della NASA), la polvere di ferro (NL), la cogenerazione geotermica. Tuttavia, secondo Walter, questi nuovi sistemi di energia circolare sono stati avviati nelle università, ma non ancora nelle industrie.

Sviluppi innovativi nella chimica e nella metallurgia circolare

L’innovazione nella chimica circolare ha iniziato a sviluppare nuovi polimeri a basso consumo energetico ed idrico, recuperabili al 100% come monomeri puri che possono essere riutilizzati (anche in presenza di additivi) per ricreare lo stesso polimero. L’innovazione nella metallurgia circolare comprende l’era della “R” e l’era della “D”. La metallurgia circolare comprende la rifabbricazione di componenti, il riutilizzo di travi d’acciaio, la raffinazione di sterili e minerali urbani, la de-legatura di leghe.  

Avanzamenti nella biochimica circolare

L’innovazione nella biochimica circolare si colloca tra scienza e natura. Alcuni esempi sono: la tecnologia per convertire gli pneumatici fuori uso in idrocarburi liquidi e nerofumo, la tecnica delle comunità microbiche ingegnerizzate per digerire il PET e il poliuretano in molecole Bio-PU, gli enzimi batterici mutanti per ridurre le bottiglie in blocchi chimici che vengono utilizzati per produrre nuove bottiglie, gli enzimi ingegnerizzati per scomporre il polietilene tereftalato (PET) nei suoi monomeri costitutivi. Tuttavia, molte opportunità non sono ancora state sfruttate.  

L’importanza degli appalti pubblici verdi e l’innovazione

Infine, l’ultimo argomento trattato da Walter è stato l’innovazione negli appalti pubblici verdi. In particolare, ha affermato che se gli appalti pubblici acquistassero prestazioni anziché prodotti, spingono all’innovazione, come nel caso di “Le pont de Millau”, che ha utilizzato una tecnologia e un approccio commerciale completamente nuovi, o di “Space X”, avviato dalla NASA quando ha deciso di non acquistare più hardware – razzi – ma solo servizi di trasporto spaziale. 

Per saperne di più guarda la registrazione qui sotto o consulta il report finale. 

Francesco Castellano

Francesco Castellano ha conseguito un Master in Business Administration, e ha maturato un'esperienza quasi ventennale nel campo della ricerca, della finanza, della consulenza e del business management. In questo periodo è stato impegnato in diversi tipi di progetti come consulente presso Bain & Company, ha lanciato le attività di Uber a Torino e ha lavorato nel dipartimento FP&A di General E... Continua a leggere

Francesco Castellano ha conseguito un Master in Business Administration, e ha maturato un'esperienza quasi ventennale nel campo della ricerca, della finanza, della consulenza e del business management. In questo periodo è stato impegnato in diversi tipi di progetti come consulente presso Bain & Company, ha lanciato le attività di Uber a Torino e ha lavorato nel dipartimento FP&A di General Electric.

Recentemente ha fondato Tondo, un gruppo di organizzazioni che si occupa di diffondere approcci e concetti di Economia Circolare, e di supportare le aziende nella transizione verso un futuro sostenibile e circolare. Francesco è anche l'ideatore e il coordinatore del Re-think Circular Economy Forum, un format di eventi organizzati in diverse città italiane per presentare le più importanti soluzioni di Economia Circolare.

Francesco è stato ospite di diverse università ed eventi, come l'Università Federico II, l'Università Bocconi, la LIUC - Università Cattaneo, l'Università di Pavia, l'Università di Padova, l'Università Cattolica, la IPE Business School, la 24ORE Business School, Campus Party, Torino Stratosferica, Visionary Days.

Francesco è appassionato di Economia Circolare, Innovazioni Cleantech, Venture Building e Imprenditorialità.